ARS TRIO DI ROMA
Laura Pietrocini pianoforte
Marco Fiorentini violino
Valeriano Taddeo violoncello
Matinée – 1 Integrale dei trii con pianoforte di Maurizio Kagel
La società non ha bisogno di noi (Mauricio Kagel)
Trio in tre movimenti per pianoforte, violino e violoncello n°1
I. Satz Largo
II. Satz Allegretto
III. Satz Andantino
Trio in un movimento per pianoforte, violino e violoncello n°2
I. Satz Adagio
Trio per pianoforte, violino e violoncello n°3
I – Satz Moderato amabile
II – Satz Moderato cantabile, poco rubato
Mauricio Kagel è stato e sicuramente continua ad essere una delle personalità più significative nella storia della musica del ‘900. Poliedrica figura di compositore che prestò la sua penna ad innumerevoli generi, tra i quali la musica da film, le sue partiture richiamano in particolar modo il collegamento con l’interpretazione teatrale della musica stessa, inserendo in esse anche indicazioni “di regia”. L’incontro con l’ Ars Trio avvenne nel 2004 in occasione di uno studio intenso sul primo trio per pianoforte qui presentato, e fece scoprire agli interpreti un modo completamente nuovo di intendere la partitura. Kagel stesso offrì quindi una chiave per la sua interpretazione che viene quest’oggi riproposta a distanza di anni con lo stesso spirito di allora.
ALEXANDER MOOSBRUGGER Organo
FILIPPO PERROCCO Sintetizzatori
ROBERTO DURANTE sintetizzatore, tastiera midi
Alexander Moosbrugger Organ paraphrase of Jemand sagt “bleib!“ – per organo
Francisco Correa de ArauxoTiento de quarto tono – per organo
Isang Yun Tuyaux sonores – per organo
Alexander Moosbrugger Charlotte Dualé, Maria Dabow , Stefanie Kägi (1)
– per due sintetizzatori (prima esecuzione assoluta)
Stefan Prins Piano Hero #1 – per tastiera midi e live-video
Meccanico, analogico, elettronico, midi, video. Un dialogo tra le misture dei sintetizzatori e dell’organo meccanico, due strumenti che pur essendo distanti secoli fra di loro hanno molto di che spartire dal punto di vista acustico. Il compositore e organista Alexander Moosbrugger, nato in Austria ma da anni attivo nella scena musicale berlinese, propone dei brani propri, di autori contemporanei e storici per organo solo, più un pezzo in prima esecuzione assoluta per due sintetizzatori. A completare il programma un brano per tastiera midi e live-video del compositore belga Stefan Prins, specialista nell’esplorare i legami tra gesto musicale e gesto filmico, che propone una sorta di versione “aggiornata” del pianoforte: la tastiera è elettronica, il computer serve da trasmettitore del suono e le corde vengono suonate da un pianista virtuale (un avatar del pianista in carne e ossa), mentre la tavola armonica è sostituita da un set di speaker
elettro-meccanici.
QUARTETTO MAURICE
Georgia Privitera violino
Laura Bertolino violino
Rafal Zalech viola
Aline Privitera violoncello
Andrea Agostini regia del suono
Fausto Romitelli Natura morta con fiamme – per quartetto d’archi e elettronica
Eric Maestri Pieghe – Per quartetto d’archi
Simon Steen-Andersen string study #1 e #2 – per quartetto d’archi
Andrea Agostini legno sabbia vetro cenere – per quartetto d’archi ed elettronica
L’esplorazione sonora è la spinta propulsiva del programma qui descritto, un ambizioso insieme di gesti musicali che vedono il Quartetto Maurice impegnato su tre fronti: la veste acustica, la fusione degli archi con il mondo elettronico e la visual performance. Le opere di Fausto Romitelli e Andrea Agostini nascono all’IRCAM rispettivamente nel 1993 e nel 2010. Natura morta con fiamme è un lavoro di raffinata sintesi sonora, in cui l’elettronica è intesa come un linguaggio vero e proprio dalle mille sfaccettature, che dialoga con gli strumenti creando continuità, lacerazioni e rotture. In Legno sabbia vetro cenere l’elettronica assume il ruolo di vero e proprio quinto elemento dell’ensemble. Aggressivo, lucido e geometrico, il brano è attraversato da un riferimento esplicito ma mai letterale al suono e alle grammatiche del rock. La parte acustica si pone in perfetta antitesi con il volume sonoro dei brani elettronici: Pieghe, un quartetto di Eric Maestri dalle sonorità preziose e appena accennate, è quasi un cuore silenzioso del concerto. Tra i due mondi sonori trovano posto i coreografici brani del danese Simon Steen-Andersen, nei quali l’esecuzione diventa una sorta di danza che accompagna sé stessa, in un territorio dove suono e movimento si mescolano in un elegante gioco visuale.
ULI FUSSENEGGER Contrabbasso
Georges Aperghis Parlando
György Kurtag Dal ciclo “Signs, Games and Messages”
-Message – Consolation à Christian Sutter…
– eine Botschaft an Valérie….
Klaus Huber Ein Hauch von Unzait VII
Georg Friedrich Haas …aus freier lust verbunden…
Il programma si apre con Parlando di Geroges Aperghis, un discorso pieno di rifrazioni e ripetizioni. Come una lingua dalla fragorosa insicurezza, dell’interazione nervosa o della supplica. Nei suoi Signs, Games and Messages Kurtag appare come il lirico miniaturista della musica contemporanea, come radicale poeta di un linguaggio musicale ermetico-espressivo. Partendo dalla citazione della Ciaccona in Re bemolle da Didone ed Enea di Henry Purcell, Huber gradualmente instaura un processo di dissoluzione della melodia, uno scioglimento del tempo attraverso violente masse sonore. …aus freier Lust verbunden… è un gioco tra intervalli temperati e pura atmosfera. Come sempre, nel caso di Haas, rigorosamente al servizio del virtuosismo.
TOM PAUWELS Chitarra classica ed elettrica
Stefan Beyer Most of My Clients Come Back – per chitarra elettrica e CD
Helmut Oehring Foxfire Eins – per chitarra classica
Peter Ablinger 1-127 – per chitarra elettrica e CD
Fausto Romitelli Trash Tv Trance – per chitarra elettrica
Il comune denominatore di questo concerto per chitarra è un alto grado di alienazione. Nell’opera del giovane compositore tedesco Stefan Beyer è chiaro come il testo abbia a che fare con la teoria dell’orchestrazione e con la prostituzione. Il ruolo della voce cambia nel corso del componimento: dall’essere solamente un timbro, passando per l’utilizzo come un elemento melodrammatico fino ad essere un puro commento autoreferenziale allo stesso discorso musicale. Nel lavoro di Oehring, l’estremo uso del tapping sulla chitarra classica produce un’inaspettata urgenza fisica data da un suono morto-muto che si scontra con la violenza percussiva. Il lavoro di Ablinger è tanto astratto quanto solo la musica può essere: una scala discendente seguita da rumore e di nuovo la continuazione della scala, ancora e ancora, come se l’aura della chitarra fosse portata all’interno del suo contesto popolare. Nel lavoro di Romitelli la chitarra elettrica è connessa con le sue origini: il suono psichedelico dei Pink Floyd ed il crudo blues di Screamin’ Jay Hawkins sono contaminati, sovraccaricati e infine completamente
Ore 11 CONSERVATORIO B. MARCELLO DI VENEZIA
Seminario con Tom Pauwels
Presso il conservatorio veneziano, il musicista belga terrà un seminario aperto a tutti dove approfondirà le sonorità e le tecniche della chitarra elettrica, prendendo in esame alcuni dei lavori che eseguirà nel concerto serale alla chiesa di San Gregorio a Treviso.
VARIÉTÉ, CONCERT-SPECTACLE FÜR ARTISTEN UND MUSIKER
ENSEMBLE L’ARSENALE
Mirco Ghirardini clarinetto
Stefano Flaibani/span> tromba
Igor Zobin fisarmonica
Enrico Bertelli percussioni
Giulio Padoin violoncello
Roberto Durante pianoforte/organo elettrico
Filippo Perocco direttore
JO BULITT Mimo
HÓLYAGCIRKUSZ (BLADDER CIRCUS COMPANY) Messinscena teatrale
musica di M. KAGEL
Spirito ludico, humour, gusto della provocazione e visionarietà, insieme a una curiosità tutta empirica, hanno spesso portato la musica di Mauricio Kagel, anche i suoi pezzi più squisitamente strumentali, verso effetti gestuali e plastici, in una parola: teatrali. Lo spettacolo-concerto Variété, prevede una realizzazione scenica a libera scelta degli esecutori, suggerendo però l’utilizzo di artisti legati al mondo del circo e del varietà (illusionisti, prestigiatori, maghi, acrobati, equilibristi, fachiri, mangiatori di fuoco, contorsionisti, lanciatori di coltelli, domatori, trapezisti, clowns, eccetera..). L’arsenale ha scelto per questo evento di unire due differenti realtà artistiche: Jo Bulitt, straordinario mimo e acrobata francese, cresciuto alla scuola di una delle più illustri famiglie circensi, quella dei Fratellini, ma con studi musicali e coreografici alle spalle che ne hanno fatto un brillante esponente del “circo-teatro”; e la compagnia teatrale ungherese Hólyagcirkusz, che da più di quindici anni è protagonista della scena teatrale di Budapest, realizzando spettacoli di teatro alternativo di propria creazione con uno stile unico dal particolare sapore magico e tragicomico.