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Seminario di Claude Delangle – do not brake the links!
Il repertorio per sax, le tecniche, la scelta del materiale e la gestualità del corpo. Il corso è aperto a tutti senza limiti di età nè di livello tecnico.
Claude Delangle – sax
Marie Kobayashi – soprano
Bertrand Dubedout (1958-) Ca va commencer ca commence** (2004), per sax e voce Canzone popolare giapponese
Pascal Dusapin (1955-) To God** (1985), per sax e voce
Philippe Leroux (1959-) Un Lieu Verdoyant** (1999), per sax e voce
Chiharu Wakabayashi (1962-) Hoh-Hai* (2011), per sax e voce
Luciano Berio (1925-2003) Sequenza VIIb (1969/93), per sax soprano
Fuminori Tanada (1961-) Duo** (2006), per sax e voce Canzone popolare giapponese
Fausto Sebastiani (1962-) Solo (1990), per sax soprano
Gianvincenzo Cresta (1968-) Monosillabi * (2011), per sax soprano e voce
* prima esecuzione assoluta
** prima esecuzione italiana
Il concerto ha come idea centrale quella di descrivere la relazione sinuosa e flessibile tra il canto e i suoni dei sax, tra le emissioni vocali più estreme e le sonorità sperimentali degli strumenti di Delangle o tra le emissioni espressive della Kobayashi e le profondità timbriche degli strumenti ad ancia. In Ca va commencer ca commence, la poesia si rifà alla tecnica del joruri in uso nel teatro giapponese del XVII secolo, alternando il canto alla declamazione e producendo delle superbe narrazioni accompagnate dal Shamisen, un liuto a tre corde. Una dimensione più esplosiva, sanguigna a tinte forti è nel lavoro To God con testo diWilliam Blake.Il compositore trae ispirazione da un’idea della percezione che Blake così descrive:“Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito.” Il lavoro Un Lieu Verdoyant per sax e voce, dedicato a Gerard Grisey per due strumenti che amava su testo tratto dalle lamentazioni del Profeta Geremia. “Sequenza VIIb è sostanzialmente una lunga melodia che, come quasi tutte le melodie, implica ridondanza, simmetrie, trasformazioni e ritorni.” L.B.
Il concerto prosegue con Duo, dove il canto e il sax esplorano un ambito espressivo fluido, sempre in movimento e in leggera perturbazione. Le motivazioni poetiche di Solo risiedeno nell’evocare lo stato emotivo di solitudine espresso dalla poesia di Wang Wei Il romitaggio dei bambù.
Monosillabi per voce e sax si lega fortemente al testo scritto da Federico Sanguineti e interamente basato su monosillabi tratti da Dante. Da costellazione isolata che sono, si compongono in un intreccio lineare, diagonale e verticale, fatto di rimandi che aprono ad una molteplicità stratificata di significati.
In collaborazione con l’Ambasciata di Francia – Suona Francese 2011, Nuova Consonanza. Ingresso gratuito
ENSEMBLE L’ARSENALE
Livia Rado – soprano
Sangah Nah – flauto**
Francesco Socal – clarinetto
Ilario Morciano – sax
Paolo Bacchin – tromba
Lorenzo Tomio – chitarra classica ed elettrica
Enrico Bertelli – percussioni
Roberto Durante – pianoforte
Luca Piovesan – fisarmonica
Claudio Rado – violino
Marco Nason – viola
Seth Woods – violoncello**
Filippo Perocco – direttore
** musicisti ospiti (Ecce ensemble)
Edoardo Micheli (1984-) a small amount of time – for John Cage * (2011) per soprano, sax alto, tromba, chitarra, pianoforte, fisarmonica
Filippo Perocco (1972-) piccoli canti soffocati* (2011) – non crepa la scorza – prima della ballata – la foglia di quell’albero per soprano (con strumentini), sax alto, tromba, chitarra classica preparata (e con armonica a bocca), pianoforte preparato (e con armonica a bocca), fisarmonica
Riccardo Vaglini (1965-) Quintettino* (2011) per sax alto, tromba, chitarra, pianoforte, fisarmonica
Nicolas Tzortzis (1978-) What the Wave Meant* (2007) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino, viola, violoncello
Travis Alford (1983-) Self, Analyzed* (2010) per flauto, clarinetto basso, percussioni, chitarra, toy piano
Lorenzo Tomio (1979-) (minuzie) in divenire* (2011) per soprano, sax alto, tromba, chitarra, pianoforte, fisarmonica
Christian Cassinelli (1979-) Euòi* (2011) per soprano, sax alto, tromba, chitarra elettrica, pianoforte, fisarmonica
* prima esecuzione italiana
Prima esecuzione italiana di alcuni lavori presentati da L’arsenale a Boston e New York nella tournée primaverile, oltre ai brani selezionati nella Call for scores organizzata in collaborazione con l’Ecce Ensemble. a small amount of time – for john cage è una riflessione sulla relazione tra suono, silenzio e lo scorrere del tempo, ed è concepito come una continua serie di variazioni sul suono di un immaginario orologio che scandisce l’incessante flusso del tempo. E.M.
piccoli canti soffocati, si tratta di un ciclo di microcanti. La voce “canta” in diversi risonatori sempre soffocata. Questo lavoro appartiene ad una serie di studi sulle risonanze per simpatia. F.P. Quintettino è la trasformazione di un brano precedente intitolato Nonfinito per Keith Haring, di cui rappresenta una versione semplificata ed essenziale, fatta di disegno e di contorni senza quasi più tracce di colore. R .V.
What the Wave Meant è prima di tutto un omaggio al compositore canadese Andrew Svoboda che morì del 2004 all’età di 27 anni. La musica cerca di affrontare il tema della morte e le reazioni causate dalla perdita di una persona cara. N.T. In Self, Analyzed, l’elemento della parodia, pur non essendo completamente intenzionale, abbraccia l’intero brano. Ho voluto utilizzare le proprietà intrinseche della chitarra in un modo armonico/formale.T.A.
(minuzie) in divenire è un ciclo in costruzione. Ovvero frammenti su testi di Catullo. L.T. Euòi rimanda al grido delle Baccanti. Il testo greco utilizzato è quello del terzo episodio in cui le baccanti, udendo la voce di Dioniso seguita da un terremoto, dapprima pregano il Dio e in seguito invocano la sua feroce vendetta contro il re Penteo. C.C.
in collaborazione con Musei d’estate Ingresso intero € 6; ridotto € 1
Nell’ultima fase della sua attività compositiva, Morton Feldman fu molto influenzato dall’arte dei tappeti, soprattutto da quelli di provenienza anatolica. Rispetto al classico tappeto persiano, i cui temi sono modellati su simmetrie rigorose, quello anatolico mostra un interesse meno pronunciato per la geometria e una maggiore attenzione al singolo disegno, al dettaglio ogni volta idiomaticamente ricostruito piuttosto che meccanicamente replicato. Un tale approccio conferisce al kilim anatolico un tratto più ‘umano’: le imprecisioni nei contorni delle figure, sempre leggermente diverse l’una dall’altra, le simmetrie mai perfettamente coincidenti (crippled, appunto, zoppicanti), la discontinua densità delle tinte trovano la loro eco nelle infinite microvariazioni ritmiche che Feldman applica ai suoi patterns.
Dopo la conferenza, seguirà un rinfresco
Keiko Murakami – flauto
Maxime Springer – pianoforte e celesta
Olivier Maurel – vibrafono e glockenspiel
Morton Feldman (1926-1987)Crippled Symmetry (1983) per flauto, pianoforte (celesta), percussioni
In Crippled Symmetry Feldman affronta una delle sfide più appassionanti della musica
dell’ultimo scorcio del XX secolo. Il compositore lavora sulla definizione di pattern instabili che si intrecciano come le figure dei tappeti orientali. False simmetrie caratterizzano questo lavoro immenso che mette in valore tutta la cifra stilistica del compositore americano: la lucidità, il suono e lo spazio che si definiscono quasi per vasi comunicanti, l’impassibilità e la sistematicità dell’osservazione. La musica prosegue come un flusso che è trasfigurato dall’assenza totale di gravità e dalla scrittura ardita per gli strumenti, che lontana da essere subito visibile si concentra sul virtuosismo del suono e del controllo.
Ingresso gratuito
Alfonso Alberti pianoforte
Per cominciare il viaggio, in ricordo Christophe Bertrand (1981-2010) Haïku (2008)
Italia Giorgio Gaslini (1929-) Piano Sonata Décollage n. 3 (2009, p. e. assoluta)
Polonia Fryderyk Chopin (1810-1849) Improvviso in fa diesis maggiore op. 36 (1838)
Austria Olga Neuwirth (1968-) Marsyas (2004)
Slovenia Pavel Mihelčič (1937-) Butterfly (1980)
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Francia Gérard Pesson (1958-) Trois pièces pour piano (2008)
Germania Matthias Pintscher (1971-) On a clear day (2004)
Ungheria Franz Liszt (1811-1886) La lugubre gondola II (1885) Spagna
Luis de Pablo (1930-) Da Retratos y Transcripciones, III serie (2001)
– II: Confusione
Finlandia Esa-Pekka Salonen (1958-) Dichotomie (2000)
Si sa, i luoghi geografici non sono qualcosa di chiuso culturalmente, e procedere per etichette significa semplificare le cose: ci sono stati musicisti francesi più spagnoli degli spagnoli, tedeschi nient’affatto tedeschi e via discorrendo. E’ però stimolante affiancare in un programma musiche nate in luoghi diversi (anche in un contesto limitato, per esempio l’Europa) e capire quanto le differenze sulla mappa possano portare a differenze stilistiche.
Il presente programma propone perciò una sorta di tour europeo in nove tappe, passando dall’Austria di Olga Neuwirth alla Francia di Gérard Pesson e alla Germania di Matthias Pintscher, toccando anche Spagna, Finlandia e Slovenia (rispettivamente Luis de Pablo, Esa-Pekka Salonen e Pavel Mihelčič). L’Italia si fa rappresentare dalla prima esecuzione di un recente lavoro di Giorgio Gaslini, la Piano Sonata Décollage n. 3, mentre Polonia e Ungheria ricorrono all’Ottocento di Chopin e Liszt.
Il viaggio immaginario è preceduto da una decima tappa, che rende omaggio a un compositore francese scomparso giovanissimo lo scorso autunno: Christophe Bertrand.
A fine concerto, seguirà un rinfresco Ingresso € 3
Lillevan (1965-), videoartista Fabrizio Nocci (1976-), composizione ed elettronica
Ausstrahlung “Audio-Visuelles Konzert” * (2011), per clarinetto basso, trombone, violino, tre voci femminili ed elettronica
* prima esecuzione assoluta
La stretta interazione tra arte e scienza ha imposto specifici parametri di fruizione rispetto all’arte tradizionale e riaperto la riflessione sull’incontro tra produzione creativa e processo tecnologico. La video arte di Lillevan si serve del medium per precise finalità comunicative e non si ferma ad una pura documentazione della realtà. La sua capacità di intervenire sul reale e sulla sua percezione si traduce nella messa in discussione della posizione dello spettatore. Uno spettatore che si vede coinvolto nell’opera d’arte nel suo divenire.
Il processo del pensiero musicale strumentale, che fa parte della formazione accademica del compositore Nocci, è di fondamentale importanza poiché fornisce il sostrato teorico e dottrinario per la sua musica elettronica sperimentale. I suoni di Nocci virano verso la corporeità del rumore, densi drones di basse frequenze si alternano ad improvvise sfuriate di acidi suoni digitali; non c’è spazio per la melodia se non in parentesi brevi, in cui però la partitura è disarticolata dalle manipolazioni.
La performance Ausstrahlung ci conduce attraverso i confini di un arte musicale, contemporanea, in cui la struttura musicale si cristallizza in immagine sonora in movimento.
Ensemble L’arsenale
Livia Rado,Tamara Soldan – soprani
Francesca Poropat – contralto
Francesco Socal – clarinetto
Claudio Rado – violino
Ivo Pizzutti – trombone
Filippo Perocco – direttore
Ingresso € 5
Neue Vocalsolisten Stuttgart
Martin Nagy tenore
Guillermo Anzorena baritono
Andreas Fischer basso
Ensemble L’arsenale
Francesca Cescon flauto
Francesco Socal clarinetto
Ilario Morciano sax
Luca Piovesan fisarmonica
Lorenzo Tomio chitarra
Roberto Durante pianoforte
Enrico Bertelli percussioni
Marco Fusi violino
Aline Privitera violoncello
Filippo Perocco direttore
In collaborazione con Musik der Jahrhunderte
Ingresso € 5
L’arsenale da tempo si propone come fucina per giovani compositori.Quest’anno si avvale della collaborazione dei Neue Vocalsolisten Stuttgart, uno dei più importanti ensemble vocali. Fondato nel 1984, specializzato nella musica vocale contemporanea, ha come interesse primario l’esplorazione di nuovi suoni, tecniche vocali e forme di articolazione sonora. Ai partecipanti era richiesto di inviare dei lavori per 2 o 3 voci maschili (tenore – Martin Nagy, baritono – Guillermo Anzorena, basso – Andreas Fischer) e almeno 3 strumenti tra quelli facenti parte dell’organico de L’arsenale.
La decisione finale sui brani selezionati verrà presa durante il workshop del 9 e 10 novembre durante il quale i Neue Vocalsolisten e L’arsenale studieranno i lavori
preselezionati per giungere poi alla decisione finale. A corredo dei lavori selezionati dalla chiamata, il trio vocale eseguirà alcuni brani dal loro repertorio.
Livia Rado soprano
Dario Calderone contrabbasso
Lorenzo Tomio (1979-)
quattro punti [.?!;]* (2011), per soprano con oggetti e contrabbasso
György Kurtág (1946-2002) Einige Sätze aus den Sudelbüchern Georg Christoph Lichtenbergs (1999), per soprano e contrabbasso
Silvia Borzelli (1978-) Hard Workin’Woman* (2011), per voce e contrabbasso, 2011
Stefano Scodanibbio (1956-) Geografia amorosa (1991), per contrabbasso
Marco Lenzi (1967-) burp* (2011), per soprano e contrabbasso
Stefano Scodanibbio (1956-) Geografia amorosa (1991), per contrabbasso
Beat Furrer (1954-) Lotófagos (2006), per soprano e contrabbasso
* prima esecuzione assoluta
Il programma di questo concerto per soprano e contrabbasso è costruito attorno ai brani di due grandi compositori di provenienza totalmente diversa, che però si sono incontrati nella scelta di questo organico apparentemente così contrastante.
In Lotófagos, Beat Furrer allude all’episodio dell’Odissea nel quale i compagni di Ulisse, dopo essersi cibati del frutto di loto, perdono la memoria. Privato di essa, all’uomo rimane solo il deserto dell’eternità senza ricordi. In Lotófagos Furrer cala, attraverso sospiri ritmicamente ripetitivi, questo sentimento d’infinito. La voce umana è adagiata su una risonanza armonica creata dal contrabbasso.Ad essa non resta che una lenta e frammentata presa di coscienza dell’oblìo, che si manifesta nell’immaterialità di un lieve vento caldo portato dal contrabbasso: “Era questo il ricordo?”
Einige sätze aus den Sudelbüchern Georg Christoph Lichtenbergs è una raccolta di piccoli pezzi originariamente composti nel 1996 per soprano solo. Essi mettono in musica alcuni aforismi tratti dai quaderni dello scienziato tedesco Georg Christoph Lichtenberg (1742-1799).
A proposito di Geografia amorosa, Stefano Scodanibbio scrive:“questo pezzo è concepito come una parte di una composizione più vasta intitolata “geografica”. Esplora le possibiltà ritmiche e percussive del contrabbasso che si incarna come “strumento magico”, in quanto unisce in se la tradizione degli strumenti ad arco con le innovazioni, le inquietudini e le “aperture” della musica improvvisata, al di fuori della musica stabilita dalle culture “alte”…oh beat!”
Completano il concerto tre prime esecuzioni di Silvia Borzelli, Marco Lenzi e Lorenzo Tomio.
Luca Piovesan fisarmonica
Sofia Gubaidulina (1931-) De profundis (1978)
Nildo Sanvido (1956-) Due piedistalli* (2010)
Petri Makkonen (1967-) Discotoccata (2002)
Alberto La Rocca (1967-) Tre ritratti* (2011)
Filippo Perocco (1972-) Sul tasto (2010)
John Zorn (1953-) Road Runner (1994)
* prima esecuzione assoluta
Il programma affianca brani celebri del repertorio fisarmonicistico contemporaneo a pezzi di compositori veneti, alcuni presentati in prima esecuzione. I brani di repertorio sono molto diversi tra loro per stili ed epoche: De Profundis (1978) può essere considerato la prima pietra miliare nel mondo fisarmonicistico, un pezzo colossale che affronta l’argomento del Salmo 130. Discotoccata (2002) è un brano basato su un approccio poliritmico e stereofonico, con sonorità rubate alla musica dance. Road Runner (1994) è un caleidoscopio sonoro, una critica alla società dello zapping televisivo. I brani di compositori veneti sono nati dalla collaborazione di Luca Piovesan con i compositori:
Sul tasto indugia su sonorità minime, ottenute appunto da differenti “galleggiamenti” sui tasti, sviluppandosi poi in una forma più corale; i Tre ritratti sono tre momenti ispirati a pittori americani (Andy Warhol, Francis Bacon e Keith Haring); Due piedistalli è un dittico che percorre sonorità sfumate e di ricerca ma al contempo ponendosi su un struttura solida, su due colonne appunto.
Florian Müller pianoforte
Anton Webern (1883-1945) Variationen op.27 (1936)
Wolfgang Suppan (1966-) Resume* (2011)
Tristan Murail (1947-) La Mandragore (1993)
Georges Aperghis (1945-) À Tombeau Ouvert (1997)
* prima esecuzione assoluta
La struttura è l’elemento centrale del recital di Florian Müller.
Si comincia con la tendenza alla completa strutturalizzazione delle Variazioni op. 27 di Anton Webern, passando poi alle complesse tecniche di sovrapposizione e intreccio di Wolfgang Suppan, in prima esecuzione assoluta. Seguono le strutture complesse delle opere di Georges Aperghis che spesso si riferiscono a calcoli algoritmici. Chiude il programma uno scorcio suTristan Murail, che ottiene il suo materiale dall’analisi informatica di strutture armoniche.
Lorenzo Tomio, Carlo Mattiuzzo chitarra
Davide Ianni (1978-) parte-da-parte* (2011), per due chitarre
Mike Frengel (1972-) And then, Romina… (2000), per chitarra elettrica preparata ed elettronica
Fabian Svensson (1980-) ACH** (2007), per chitarra classica
Helmut Lachenmann (1935-) Salut für Caudwell (1977), per due chitarristi
* prima esecuzione assoluta ** prima esecuzione italiana
Il concerto è incentrato sul lavoro di Helmut Lachenmann Salut für Caudwell, brano che si inserisce senza dubbio nella poetica del compositore. La ricerca del confine tra suono e rumore, una musica che si può definire “concreta”, costituita da suoni solitamente non voluti.
Il titolo del lavoro è un chiaro riferimento al testo stesso recitato dagli esecutori e tratto da Illusione e Realtà di Christopher Caudwell, scrittore inglese. A lui e a tutti gli outsider è dedicato il brano. Davide Ianni, compositore italiano trasferito a Boston, a proposito del suo brano in prima esecuzione dice: “Utilizzando specifiche gestualitá idiomatiche della chitarra il brano ricerca una sintassi che esprima dicotomia e simbiosi, sia a livello tibrico che esecutivo tra i due strumentisti”.
Di Mike Frengel, anch’esso vivente a Boston, verrà eseguito And then Romina…, lavoro nel quale esplora il rapporto tra chitarra elettrica e suoni elettronici. Il materiale armonico di alcuni frammenti è preso da ‘O surdato nammurato. Fabian Svenson, compositore svedese, scrive ACH nel 2006. Questo lavoro, a differenza dei precedenti, è un brano di una distensione quasi disarmante.
Dopo la conferenza, seguirà un rinfresco
Paolo Casiraghi clarinetto
Lorenzo Gentili-Tedeschi violino
Paolo Fumagalli viola
Giorgio Casati violoncello
Luca Ieracitano pianoforte
Emilio Pomarico (1953-) Quaderno giallo (2006), per violino, viola, violoncello
Helmut Lachenmann (1935-) Allegro sostenuto (1986-1988), per clarinetto, violoncello, pianoforte
Quaderno Giallo di Emilio Pomarico è un trio d’archi scritto nel 2006. Il lavoro si presenta con un’organizzazione formale unitaria, ma allo stesso modo molto articolata; i frequenti cambi ritmici e timbrici e il dispiegarsi di diversi campi armonici, anche sovrapposti tra loro, determinano il susseguirsi di situazioni musicali differenti che accostate con arguzia e raffinatezza danno vita a una musica mai doma, sempre in evoluzione.
Il rifuggire con perseveranza e sincerità tutto ciò che è consuetudine, ha portato Lachenmann a creare un suono nuovo, mai udito prima, un suono liberato da ogni significato pre-storicizzato. Si può dire infatti che ogni suo brano è nel suo insieme un suono nuovo, suonato da uno strumento nuovo.
In Allegro Sostenuto, clarinetto, violoncello e pianoforte vengono organologicamente scomposti e poi ricomposti dando vita ad un super-strumento dalla sterminata tavolozza timbrica in grado di coniugare infinite combinazioni di movimento e risonanze. Il tutto incastonato in una mirabilissima costruzione formale che, attraverso i suoi quattordici
numeri che si susseguono senza soluzione di continuità, accompagna l’ascoltatore in un arduo ed emozionante viaggio all’insegna della “bellezza”.
L’incontro “Europa…ora” focalizza in una tavola rotonda l’intera tematica a cui quest’anno L’arsenale dedica il suo festival. Con una pertinenza assoluta dato il particolare momento che l’Europa sta attraversando su tanti fronti, potremo capire e apprendere come la cultura, l’arte e la musica in particolare siano dei punti fondamentali, dei perni su cui un’intera comunità può crescere e sviluppare relazioni profonde e positive. E’ proprio nell’incontro tra musicisti e linguaggi musicali innovativi in tutta Europa che si attua in modo permanente quello scambio tra locale e globale che rende il glocal così fruttuoso e denso di segni per il presente e il futuro.
L’incontro vedrà la presenza di Henk Heuvelmans (European Conference of Promoters
of New Music), Gisella Belgeri (Federazione CEMAT, Presidente AIAM – Associazione Italiana Attività Musicali), Claudio Ambrosini (fondatore Ex-novo Ensemble), Veniero Rizzardi (Università di Venezia – Ca’ Foscari), Federico Pupo (direttore artistico AsoloMusica,VenetoMusica), Daniele Goldoni (docente estetica e delegato delle attività musicali di Ca’ Foscari). Coordina Gianni Trovalusci (Federazione CEMAT)
Ensemble L’arsenale
Livia Rado soprano
Francesco Socal clarinetto
Luca Piovesan fisarmonica
Georgia Privitera violino
Marco Nason viola
Aline Privitera violoncello
Filippo Perocco direttore
Giuliano Bracci (1980-) Dalla pietra (vers. 2011), per soprano, fisarmonica, violino, viola, violoncello
Sofia Gubaidulina (1931-) Silenzio (1991), per violino, violoncello, fisarmonica
Oliver Schneller (1966-) Anser indicus (2011), per clarinetto basso, fisarmonica, violino, viola, violoncello
Alfred Schnittke (1934-1998) Stille Musik (1979), per violino e violoncello
Milica Djordjevic (1984-) Manje te u majke groze [One less horror for your mother] (2011), per soprano, clarinetto basso, fisarmonica, violino, viola, violoncello
Due interpretazioni del silenzio. Sofia Gubaidulina lo definisce come “… il terreno su cui cresce qualcosa”. In questo lavoro diviene quindi un elemento compositivo essenziale rappresentato da estesi passaggi in pianissimo. Anche nell’aforistico duo di Schnittke si
allude ad una musica silenziosa, che evoca le immagini di un ipnotico Aldilà musicale. Ma ciò che si immagina dal titolo è distante da quello che si sente: una spessa, lugubre, malinconica profondità. Tre le prime secuzioni.
Giuliano Bracci a proposito di Dalla Pietra,nella versione per L’arsenale,dice:“Michelangelo considerava la scultura come un’arte del levare piuttosto che del mettere. I testi sono frammenti scelti dalle sue poesie. Scrivere è stato levare per far nascere la voce in uno spazio teatrale poi abbandonato, lasciato vuoto e abitato da tensioni e attese.“
Di Schneller verrà presentata Anser indicus, una commissione de L’arsenale e Villa Romana (Firenze). Anser indicus è un uccello che migra ad alta quota, al limite inferiore della stratosfera. L’uccello viaggia direttamente sopra l’Himalaya verso la zona della nidificazione nelle pianure del Tibet. Un profilo dinamico minimale che si espande in un’autentica tavolozza di colori e fusioni strumentali.
Il lavoro di Milica Djordjević propone una drammaturgia che segue lo stato psicologico del personaggio principale: rabbia, pazzia, ironia, ira e dolore… fino a raggiungere la conciliazione. Il testo è tratto dalla poesia Give me back my rags (Ridammi i miei stracci) di Vasko Popa.